UN MESSAGGIO ALL'ITALIA
Stare vicino ai giovani, senza parole fatte, supportarli nei loro sogni, nelle loro battaglie quotidiane personali. Da tempo l' Italia non lo sta piu'facendo. Io ho preso un aereo e me ne sono andata, dopo aver cercato in ogni modo, in tutti I posti e in tutti I laghi di rimanere e servire il mio paese.
Ma la DIGNITA' di essere umano mi era stata tolta.
La DIGNITA' dei miei sogni, dei miei studi, dei miei valori. Ero solo una pedina nelle mani di chi mi faceva sentire ogni giorno insignificante, senza valore, senza qualita'.
Ero considerata ed ascoltata solo quando mi rendevo utile ai ricchi di famiglia, per parare loro il deretano quando faceva comodo, che si scordavano sempre di quelle piccole cose che mi facevano piacere.
Alla fine, pero', io riesco a tagliare via I cicli (non completamente, ma ci sto lavorando), a ricominciare da un'altra parte partendo da me.
Non so come io faccia perche'non ho le qualita' che hanno altre persone: non son Bella, non son particolarmente intelligente, non son cosi simpatica (oh, io ci provo!)
Avrei voluto, per il mio paese, lavorare affinche' si trovasse una soluzione pacifica al gap generazionale. Mi son fidata di quei politici che si riempivano la bocca con questa parola: generazioni.
Ho imparato cosa significa diacronico e sincronico.
Ho guardato fino ad impararlo a memoria La Famiglia Benvenuti. Ho cercato di capire I silenzi di quelle donne, le parole di quel bambino che a vent'anni si identifico' in una parte politica vecchia e stantia, anacronistica allora come oggi, che ha portato solo a un depauperamento della cultura italiana (perche'tradurre ogni parola inglese in italiano NON significa valorizzare la lingua italiana, bensi togliere dal cervello delle persone le capacita' di emettere suoni e privarli della communicazione con altri individui).
Io speravo di aver capito male, ma invece no. Una ragazza di sedici anni si e'tolta la vita, e l'ha seguita un ragazzo di 22 anni.
Prendetene coscienza, italiani. Tutti. Fate qualcosa. Che non sono tutti forti (e magari stronzi) come Alessia, da prendere un aereo ed andarsene via. Ci sono persone che si tolgono la vita per la VOSTRA mancanza di interesse nei loro confronti. A 36 anni e mezzo (tra una settimana ne compiro' 37), io ho cambiato paese, iniziato finalmente a lavorare con DIGNITA', sono stata benedetta nel diventare madre per ben due volte e ho pubblicato un libro con le favole che leggo alle mie figlie. Favole di posti diversi del mondo, raccontate da personaggi alter ego di quella famiglia che mi son creata qui. Alter ego che, quando raccontano la storia, si trasformano nell'animale che l'oroscopo cinese ci ha assegnato reciprocamente. Un libro dove poter imparare il nome dell'arcobaleno e dei suoi colori in lingua Igbo. Un libro con cui poter conoscere come si dice "buongiorno", "buonanotte", e "grazie" in diverse lingue europee ed africane. Un libro da cui apprendere della possibilita' data ai giovani di vivere per un po' di tempo con coetanei di altri paesi e mettere insieme i rispettivi background personali e culturali dando vita a qualcosa di innovativo e originale, con metodo non formale. Un libro che illustrato da una giovane donna, ora moglie e mamma, per aiutarla a credere nel suo talento nel disegno. Per acquistarlo, ecco il link su cui cliccare! (Non è) un cumulo di storie futili - print (streetlib.com)
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