Ti sei mai sentito inesistente nella vita?
“Ma! Chissa’! Tempo di guerra, piu’ balle che terra!”
“Se invece il mondo intorno sfumava nell’incerto, nell’ambiguo, anch’egli si sentiva annegare in
questa morbida penombra, non riusciva piu’ a far affiorare dal vuoto un pensiero distinto, uno scatto
di decisione, un puntiglio.”
Non e’ mai troppo tardi per leggere autori come Italo Calvino. Ricordo che durante gli anni scolastici,
e quelli universitari, studiai a grandi linee questo autore e la sua influenza con altri autori protagonisti del corso che avevo scelto tipo Ettore Schmitz, ma non son riuscita ad approfondire niente di Calvino. Durante l’esperienza di volontariato europeo in Romania ho avuto la fortuna di
incontrare una giovane donna italiana, figlia di due insegnanti della Lucania, che mi fece conoscere la
favola dei Tre cani. Insieme alla favola scritta da Gianni Rodari “La sirena di Palermo” abbiamo dato
vita al racconto multiculturale “Un villaggio solare” che potete leggere nel libro “A gathering of tales
from a Cosmopolitan family” (a breve uscira’ anche l’edizione italiana, per cui rimanete sintonizzati
su questo blog!)
Nelle ultime tre settimane di questo 2023, anno cinese del Coniglio come il 1987, in cui venni alla
luce, ho deciso di intraprendere la lettura di due autori in particolare nel mio tempo libero: Italo
Calvino e George Orwell. Vi ho gia’ raccontato de La fattoria degli animali, ora parleremo, come
avrete gia’ capito dal titolo, de Il cavaliere inesistente.
Bisogna innanzitutto spiegare, di questo libro, che esistono diverse chiavi di lettura. Il protagonista di
questo racconto sembra essere all’inizio Agilulfo, un cavaliere che non esiste al di fuori
dell’armatura, che combatte nell’esercito di Carlo Magno in modo ineccepibile. In alcuni momenti
del libro sembra addirittura essere lui il narratore, quando in realta’ ci sta spiegando solamente il
suo dramma esistenziale: non esistendo non ha un corpo, e quindi non puo’ morire come gli altri
cavalieri dell’esercito. E, alla stregua del personaggio di Fosca 1 di Simone de Beauvoir, si trova a
desiderare di possedere un corpo, e quindi la morte.
La sicurezza e la perfezione con cui combatte e con cui vive Agilulfo attrae l’ammirazione di diverse
persone, e due donne addirittura si innamorano di lui. Se inizialmente la prima donna a
innamorarsene e’ Bradamante (attraverso la quale si svolge anche la funzione di
narratore), la seconda sara’ Priscilla.
Ciascun personaggio di questo bel racconto rappresenta qualcosa o qualcuno della
società odierna: c’è chi deve per forza fare qualcosa, altrimenti “non esiste”, non si sente
vivo, (Agilulfo): c’è chi insegue vendette e sogna mondi grandiosi ma poi si scontra con
la realtà e allora cerca un modello di perfezione (Rambaldo): c’è chi tende soltanto verso
una morale (Torrismondo). Esistono anche quelli che cercano la loro metà, che
inseguono un modello (Bradamante), mentre c’è chi gioca con le persone e poi, una
volta di fronte a qualcuno che non si lascia ingannare, sono disarmati, perché tutta la
loro vita è stata un imbroglio (Priscilla) e, infine, Calvino descrive quelle figure
enigmatiche che cercano di avere una vita normale ma che sono oppressi dalle azioni di
altri (Sofronia).
Un libro che contiene al suo interno le passioni che contraddistinguono gli esseri umani,
compreso l’erotismo che compromette, spesso, i rapporti tra uomini e donne, quando si
cerca un ideale di perfezione in un altro essere umano che, per definizione, perfetto non puo’ essere, ma che puo’, nonostante le sue imperfezioni amare un’altra persona e
starle accanto nel difficile cammino che e’ la vita.
Io l’ho letto con le mie figlie di quattro e tre anni, enfatizzando le battaglie e i soliloqui
extra diegetici della narratrice per cercare di trasmettere loro, oltre a parole forbite della
lingua italiana, anche i sentimenti che contraddistinguono la nostra appartenenza al
genere umano. E’ stato un racconto che mi ha riportato al mese di ottobre di quattro e
cinque anni fa, quando ero incinta della prima e della seconda figlia, e avevo solo una
vaga idea di cosa volesse dire essere in attesa che qualcosa, o qualcuno, si rivelasse a
me. Ora che sono madre, dopo aver letto questo racconto, ho compreso che attendere
qualcuno o qualcosa nella propria vita non significa sospendere le proprie azioni, bensi
gustarsi ogni momento, positivo o negativo, rimanendo con un atteggiamento positivo
perche’ qualunque cosa affronteremo conterra’ in se’ un momento di gioia, un sorriso, un
motivo per essere grati di essere vivi e non essere, come Agilulfo, perfetti ma inesistenti.
Lo raccomando a tutti coloro che hanno deciso di cancellarmi dalla loro vita, virtuale o
meno, perche’ non davo loro abbastanza vibrazioni: a volte anche chi condivide con te
quesiti e dubbi esistenziali puo’ essere utile a qualcosa.
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