THOMAS IL RIMATORE O IL VERO THOMAS- PARTE TERZA -
Montati sul cavallo bianco come la neve, con il solito scampanellio lasciarono il palazzo dorato e attraversarono l'avvallamento uscendo fuori dalla porta segreta dell'altura. Lasciando il Regno delle Fate e La terra del Tempo Imperituro, cavalcarono al trotto lontano dalle colline di Heildon fino a quando arrivarono al luogo dove la strada si divideva in tre direzioni. La Regina delle Fate tiro' le redini e lo scampanellio cesso'. Thomas guardo' verso la prima strada, che era una pista irregolare con cespugli spinosi rigogliosi. |"Non scelgo la Strada della Correttezza!, disse. Thomas guardo' la seconda strada, che era lastricata con sanpietrini lisci e splendenti. "Non scelgo la strada della Cattiveria." disse. Thomas guardo' la terza strada, che era una stradina carina che si districava come un fiocco a partire dalle colline di Eildon. Prima che potesse dire qualsiasi cosa, La Regina delle Fate rise teneramente e, mettendo fretta al cavallo, comincio' a cavalcare lungo la terza strada in direzione di Ercildoune. Viaggiarono attraversando la citta' dove nelle strade camminavano persone di un'altezza e un peso gia' visti da Thomas. Attraversarono una foresta fitta dove tra gli alberi andavano a zonzo animali selvaggi gia' visti da Thomas. Percorsero la strada lungo il fiume dove nell'acqua nuotavano psci variopinti conosciuti da Thomas. La sua testa era piena di stupore e cio' che vedeva lasciava i suoi sensi inermi e le parole ferme in gola.
Al tramonto raggiunsero il Cacciatore Bruciato e l'argine erboso sotto l' Albero di Eildon. La Regina delle Fate tiro' le redini del suo cavallo e lo scampanellio si fermo'. "Ah," Thomas penso' ad alta voce. "Devo trovare mio padre e scusarmi sette volte per aver fatto tardi per il suo Banchetto di Mezza Estate." La Regina delle Fate piego' la testa e sorrise a Thomas. "Piu' di sette volte dovrai scusarti con tuo padre." "Mi addolora molto lasciarvi," Thomas le disse, scoprendosi innamorato della Regina delle Fate. "Anche per me e' lo stesso," rispose la Regina delle Fate. "La rivedro' ancora?" Thomas imploro'. "Potremmo stare di nuovo insieme," disse la Regina delle Fate. "Quando verra' il tempo per te di tornare da me, ti mandero' un segno." "Deve suggellare la promessa con un bacio," disse Thomas. "Lo faro;," disse la Regina delle Fate. "E in cambio per tutte le canzoni e la musica che hai condiviso con me voglio farti un regalo."
Cosi, dopo che la Regina delle Fate bacio' Thomas, disse le seguenti parole:
Il bacio che ho dato per salutare
assicura che la tua lingua non potra' mai piu' dire bugie.
Thomas corse a casa. Entrando come un tornado nella grande sala della Torre di Learmont, si prostro' ai piedi del re suo padre, dicendo: "Mio caro Padre, Mi dispiace di aver mancato di sette giorni il Banchetto di Mezza Estate."
Suo padre rimase interdetto dallo stupore. "Mio caro figlio," disse, "Non sei mancato sette giorni ma sette anni." Cosi Thomas comprese perche' la Regina delle Fate disse, "Piu' di sette volte dovrai scusarti con tuo padre."
Il apdre di Thomas era molto felice di vedere di nnuovo il figlio e gli offri di venire al tavolo dove stava cenando con uno dei vicini. Thomas suono' la sua arpa e provo' a comporre un verso per intrattenerli. L'amico sembrava gradire abbastanza i supi sforzi, ma la canzone di Thomas sembrava vuota di significato e magia.
"Mi dispiace che mia moglie non sia potuta venire ad ascoltare la vostra musica," l'amico del padre gli disse.
Thomas alzo' lo sguardo. Come le parole uscivano dalla bocca dell'uomo, poteva visionare l'interno della sua casa. Una donna seduta vicino a una culla che teneva in braccio un neonato. "Non avrebbe potuto lasciare il vostro bambino," disse Thomas. L'uomo guardo' con sospetto Thomas. "Come potete sapere la notizia dela nascita di mio figlio quando siete stato lontano da queste parti per sette anni?"
"Non lo so," disse Thomas. "Suo figlio dorme in una culla di legno di quercia?" "Si," rispose l'uomo. " Ma molte culle sono fatte di legno robusto di quercia." "Avete una vela con la sommita' della vostra famiglia richiamata sopra?" "Si," disse l'uomo. "Mia moglie e' molto brava con il ricamo." "Vostra moglie ha capelli nero corvino?" Il volto dell'uomo esplose di rabbia. "Sei fin troppo famigliare con mia moglie!" "E' quello che vedo," disse Thomas. Il padre di Thomas urlo, "Figlio mio, perche' stai parlando in codesto modo?" Rischi di insultare i nostri onorabili ospiti." "Ma Thomas non poteva fermarsi, perche' la regina delle Fate gli diede il dono di dire la verita'.
Il bacio che ho dato per salutare
assicura che la tua lingua non potra' mai piu' dire bugie.
"vedo sua moglie in camera da letto," disse Thomas. L'uomo si alzo' in piedi e sfodero' la spada. "Vedo suo figlio e sua moglie in camera da letto," Thomas continuo'. |"Vedo l'impalcatura fuori la finestra lasciata dal costruttore che stava riparando il tetto. Vedo un piccolo fuocherello scoppiettare nel braciere. Lo vedo ribaltare dal vento, e il leggno dell'impalcatura prendere fuoco."
"Andate a prendermi il cavallo!" L'uomo urlo' e corse via dalla Torre di Learmint a tutta velocita'.Arrivato a casa sua un'ora dopo, fece appena in tempo a portare fuori la moglie e il bambino prima che le fiamme cominciassero a baluginare contro la finestra della camera da letto. Come la notizia dell'incindente si diffuse, la gente realizzo' che Thomas aveva predetto l'incendio prima che questo iniziasse.
Da quel giorno in avanti, invece di creare storie e canzoni Thomas parlava solo di quello che vedeva con gli occhi della sua mente. Le scrisse addirittura queste visioni. Molte di loro si realizzarono e altre ancora devono accadere. La popolarita' di Thomas si diffuse in tutta la Scozia e anche oltre. Nobili e cavalieri, mercanti e mugnai, e gente ordinaria lo andarono a trovare presso la Torre di Learmont per cercare un suo consiglio. D'ora in avanti non fu conosciuto solo come Thomas il Rimatore, ma anche come Thomas Il Vero. Il tempo scorreva - non sette ore, non sette giorni, non sette anni - ma settant'anni. Thomas era esausto di portare il peso della profezia. Il suo spirito aspirava a vagabondare ancora nei regni dell'immaginazione. Il suo cuore voleva catturare nuovamente la magia di creare musica. Piu' volte si ritrovava a scalare la torre fino su in cima, guardare oltre l'Abero di Eildon e singhiozzare: Penso che la Regina delle Fate si sia dimenticata della sua promessa di riportarmi alla Terra del Tempo Imperituro."
Un giorno, il giorno prima del solstizio d'inverno, quando il velo tra il mondo dei mortali e il mondo degli Altri cadde da una parte, un cacciatore arrivo' correndo nella sala della Torre di Learmont. " C'e' una cerva bianca vicino al Cacciatore Bruciato. Ho teso al massimo il mio arco per sparare una freccia verso di lei. Improvvisamente il mio braccio si immobilizzo' e per un minuto intero non riusci a muovermi. Quando mi ripresi sapevo che avrei dovuto dire a Thomas il Vero.
Thomas lascio' la sua stanza nella Torre di learmont e cammino' verso il Cacciatore Bruciato. Al di sotto dell'Albero di Eildon si trovava una pura, bianca cerva. Sul capo vi era una corona d'argento. Thomas si avvicino' alla magica creatura. E dapprima Thomas prese la forma di un albero coperto di gelo, per poi trasformarsi, lentamente, in un bianco, puro cervo maschio.
Il cervo e la cerva si guardarono reciprocamente. Rivolsero un ultimo sguardo a Ercildoune e all'Albero di Eildon e si diressero lontano insieme verso le Colline di Eildon. La neve inizio' a cadere, e da lontano si sentii di nuovo l'eco dello scampanellio della Regina e del Re della Terra del Tempo Imperituro.
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