THE WULVER - TERZA PARTE -
"Sei un lupo?" chiese Jarl. Sebbene non avevano mai sentito esserci lupi alle Isole Shetland, i due bambini avevano visto delle immagini nei LIBRI. "No, non sono un lupo," la creatura rispose conuna voce rauca.
"Chi sei, allora?" chiese Jarita. "Mi chiamo Wulver," rispose la creatura. "Non avevamo mai incontrato un Wulver prima," disse Jarl. "E io non ho mai parlato con una creatura piccola come voi prima," disse Wulver. "Ma sono sono contento di averlo fatto oggi." "Anche noi." Jarita sorrise. Il Wulver studio' il suo volto attentamente e le restitui il sorriso. Ma il Wulver aveva un sacco di denti che sembravano affilati, e il suo sorriso non apparve cosi amichevole come aveva immaginato. "Che cos'e' un Wulveer?" chiese Jarita. Il Wulver le diede un'occhiata interdetta. "Wulver," disse. "E' Wulver." "Avete un nome?" chiese Jarl. "Wulver." "Jarl sta chiedendo se avete un nome proprio," spiego' Jarita. "Come possiamo chiamarla?" "Chiamatemi Wulver,, perche' e' quello che sono."
"Io mi chiamo Jarl," disse Jarl. "Significa un Conte." "Il mio nome e' Jarita" disse Jarita. "E significa "un uccello." "Il mio nome e' Wyver," disse il Wulver, "e significa Wulver>" Jarita ridacchio'.
"Come sei caduto in mare?" Lei chiese al Wulver. " Ho sbattuto la testa su una roccia. Un'onda grande ha sbattuto contro di me in acqua mentre stavo pescando. Li." Il Wulver indico' un'immensa roccia che si stagliava nell'acqua qualche miglio in alto mare. "La mia roccia della pesca. La pietra di Wulver." "Perche' non ti abbiamo mai visto prima?" "Wulver pesca sempre sul lato del mare. Si nasconde al passaggio delle barche. Non deve essere visto."
"Dove vivi?" "In una caverna" Jarl e Jarita aiutarono Wulver a farsi strada verso la sua caverna, situata sulla rupe sopra la linea dell'alta marea. La casa di Wulver era accogliente, contornata da coperte e riempita con scampoli che aveva raccolto sulla spiaggia durante la bassa marea. Jarl and Jarita, che spesso avevano frugato la spiaggia alla ricerca di oggetti abbandonati, sapevano che molte cose interessanti galleggiavano dalle barche enormi che passavano provenienti dall'America sul lato occidentale del mondo. "Hai una casa incantevole," disse Jarl educatamente. "Si," disse Wulver, "Ma ora Wulver deve andare da un'altra parte." "Per favore, non andare via," disse Jarita, in disaccordo. Aveva pianificato tra se' di dire ai suoi compagni di scuola di come aveva salvato Wulver dal mare in tempesta. Sperava di poterlo vedere ancora e magari portarli degli scones preparati con le sue mani. "Potremmo frequentarci," disse Jarl. "Vorremmo essere tuoi amici." Wulver scosse la testa. "Per questo devo andarmene," disse. "Non possiamo essere amici." "Perche' no?" Jarita protesto'. "Una volta che le persone vedono il Wulver questi urlano e gli tirano le pietre. Inseguono Wulver con le spade e i forconi." "Per favore, rimani," disse Jarl. "Non diremo a nessuno di te." "Si, lo farete." Wulver guardo' i bambini con accortezza negli occhi. "Wulver rimarra' un altro giorno. Dopo Wulver trovera' un'altra caverna. Non vedrete mai piu' Wulver. Ma Wulver vi ringrazia per avergli salvato la vita." Quando Jarita e Jarl raggiunsero la loro casa, la loro mamma era in piedi sulla porta. "Dove siete stati?" li grido' loro. Ma prima che potessero rispondere, continuo': "Vostro padre ha avuto un incidente perche' ha provato a cercare riparo nel porto durante la tempesta. La barca fini su una roccia e si e' rotto un braccio." Jarita urlo' e salto' via dal pony. "Non preoccuparti, mia cara," sua madre la abbraccio'. "Tuo padre sta abbastanza bene e ora e' seduto accanto al fuoco. Ma ci vorranno settimane prima che la barca sia riparata e il suo bracio guarito ed essere in grado di pescare." Jarl e Jarita sapevano che questo era un disastro. Era vendendo pesce che loro avevano cibo e vestiti e stivali caldi da indossare durante l'inverno. "E' un giorno cupo per la nostra famiglia." La loro mamma prese il salvadanaio dalla mensola sopra il camino e lo svuoto' sul tavolo della cucina. Quando ebbe finito di contare i soldi si scambio' uno sguardo con il loro papa' e disse, " Non c'e' abbastanza denaro per affrontare i giorni e le settimane che abbiamo davanti. Dobbiamo escogitare un modo per mettere del cibo sulla nostra tavola."
Quella notte dopo aver cenato, i genitori di Jarl e Jarita parlarono loro. "Ci sono decisioni difficili da prendere. Dobbiamo essere coraggiosi, specialmente i nostri due ragazzi devono esserlo." Jarl prese la parola, "Aiutero' a riparare la barca e, se si potra' navigare prima che il braccio di papa' sia guarito, andro' io a pescare."
"Figlio mio," rispose la madre, "sei troppo giovane per gestire la barca e le reti." Jarita si intromise, "Gettero' le reti e aiutero' a riprenderle." "Figlia mia," rispose il padre, "sei troppo mingherlina per gettare e reti e tirarle su". "Lo faremo insieme," dissero Jarl e Jarita. I genitori di Jarl e Jarita scuoterono la testa. "Non metteremo i nostri figli in una situazione cosi pericolosa."
"Allora cosa mangeremo?" chiese Jarita. "Come vivremo?" chiese Jarl. "Vi stiamo per chiedere una cosa molto piu' coraggiosa che gettare le reti dalla barca di vostro padre," rispose la madre, e lacrime cominciarono a rigarle il volto quando inizio' a parlare. "Domani sara' l'ultima volta che Sheltie potra' portarvi a a scuola," disse il padre. "Dopo domani dovrete andare a scuola a piedi, e tornare a casa allo stesso modo." "Non mi importa, va bene," disse Jarita. "Anche per me," disse Jarl. "Ma che cosa ne sara' di Sheltie?" Il loro papa' parlo' con dispiacere nella voce. "Domani mattina portero' Sheltie al mercato per venderla. Quello che guadagnero' lo utilizzeremo durante il periodo in cui non potro' lavorare." Jarita pianse non appena arrivo' nel suo letto per la notte e Jarl asciugo' le sue lacrime mentre consolava la sorella. Il giorno seguente Jarl e Jarita non chiacchierarono come al solito tra di loro durante il tragitto per andare a scuola. Quando erano sulla strada del ritorno, Jarita grido': Questa sara' l'ultima volta che ti cavalcheremo, Sheltie! Il mio cuore e' rotto in mille pezzi!" "Anche il mio," disse il fratello. "Ma Sheltie deve essere venduta, perche' nostro padre non puo' pescare con il braccio rotto." Senza che i bambini se ne accorgessero, nella caverna sottostante, il Wulver stava ascoltando i loro discorsi.
Quella notte, nonostante non avesse pesce da vendere il giorno seguente, la lor mamma mise la cesta di vimini vuota fuoir la porta della loro casa. Ma il mattino seguente, quando Jarl e Jarita aprirono la porta per andare a scuola a piedi, il cestino era colmo di pesce. La grande gioia dei bambini perche' gli era permesso tenere Sheltie un altro giorno. Ogni giorno dopo quello, accadde la stessa cosa. La notte il cesto veniva lasciato fuori di casa e al mattino lo ritrovavano pieno di pesce. "I nostri vicini e amici devono condividere la loro pesca con noi," disse la madre dei bambini. "Si, saranno loro." disse il padre. "Chi altro potrebbe essere?" Jarita e Jarl non dissero nulla. Un giorno quando l'inverno arrivo' e la mamma ando' fuori per prendere il pesce dalla cesta, vide delle impronte sulla neve. Non erano orme di un uomo o di una donna, ma di qualcos'altro. "Povera me!" disse "E' un miracolo che il nostro pesce non sia stato mangiato dalle creature che si aggiravano furtivamente attorno la nostra porta la scorsa notte."Dopo aver esaminato le tracce nella neve sentenzio': "Direi che potrebbe trattarsi di un lupo." "Non solo le orme di un lupo," disse Jarita. "E' il Wulver," disse Jarl istintivamente. "Che cosa diavolo e' un Wulver?" chiese la loro mamma. A questa domanda, i bambini risposero, "Wulver e' un wulver." "E un buon nome per un amico immaginario," la loro mamma sorrise. "Sono comunque contenta che da domani non avremo piu' bisogno di questi gesti aritatevoli, in quanto vostro padre e' guarito e puo' tornare a pescare."
Andando a scuola quel mattino, Jarl e Jarita portarono il loro amato pony Sheltie a fermarsi vicino alla strada sullaltrua che conduceva alla spiaggia. "Papa' sta meglio!" Jarita grido' forte. Jarl mi se a coppetta le mani attorno alla bocca e grido': "Non abbiamo piu' bisogno del tuo aiuto." Poi entrambi gridarono: Grazie mille, Wulver." Dalle rupi si sentii un eco ritornare: Wulver... Wulver... Wulver... Sebbene Jarita e Jarl setacciarono la rupe da cima a fondo non riuscirono mai piu' a trovare la nuova caverna del Wulver. E sebbene setacciarono anche ogni roccia nel mare, non riuscirono a vedere nessuna Roccia del Wulver. Ma di tanto in tanto, camminando sulla spiaggia, loro trovarono impronte di una larga zampa nella sabbia.
ILLUSTRAZIONE DI FIAMMETTA GILODI
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