PER SPAVENTARE ALCUNI UCCELLI ACQUATICI poesia di Robert Burns
Nel 1787, all'età di 28 anni, Robert comincia a prosperare. La sua seconda edizione di poesie si vendeva molto bene e questo gli procurava denaro e fama. Decise di sfruttare questa nuova fama e intraprese diverse tournée in Scozia. Si preoccupò di visitare la nobiltà e i nobili, cioè la crema della società. I poeti del XVIII secolo dipendevano dal mecenatismo dei grandi e dei ricchi, quindi Robert si impegnò in un'attività di vendita. Durante uno dei suoi tour, nell'autunno del 1787, Robert fu ospite di Sir William Murray di Ochterthyre, nel Perhshire. Durante il suo soggiorno qui scrisse: "Oh spaventare alcuni Watwer - Fowel in Loch Turit". Questa poesia presenta molti degli stessi temi di "To A Mouse". Evidenzia l'unione spezzata tra l'uomo e la natura, mostrandoci al contempo la vita e gli habitat degli uccelli selvatici. Inoltre, mette in evidenza l'atteggiamento pomposo dell'uomo nei confronti della Natura e sottolinea il piacere perverso che traiamo dal dolore e dall'uccisione degli animali. Queste uccisioni avvengono di solito in nome dello "sport di campagna" e della "vita di campagna". Robert scrisse questa poesia in un giorno mentre camminava da Qughtertyre House. Lo sappiamo perché c'è una nota, scritta di suo pugno, sul "Manoscritto di Glenriddell" che dice: "Questo fu il risultato di una solitaria passeggiata pomeridiana da Oughtertyre House. Ho vissuto lì, ospite di Sir William Murray, per due o tre settimane e sono stato molto lusingato dalla mia accoglienza ospitale".
Secondo uno dei cugini di Sir William Murray (che soggiornava a Oughertyre House nello stesso periodo di Burns), Robert recitò la poesia una sera dopo cena. Questa poesia fu pubblicata per la prima volta nella "The Edinburgh Edition" nel 1793. Loch Turret (che si trova proprio sopra la città di Crieff) è cambiato molto dalla visita di Robert nel 1787. Il Glen è stato arginato per creare un bacino idrico molto più grande, che purtroppo ha portato via gran parte dell'habitat per gli uccelli.
Why, ye tenants of the lake, For me your wat'ry haunt forsake? Tell me, fellow-creatures, why At my presence thus you fly? Why disturb your social joys, Parent, filial, kindred ties? Common friend to you and me, Nature's gifts to all are free: Peaceful keep your dimpling wave, Busy feed, or wanton lave; Or, beneath the sheltering rock, Bide the surging billow's shock. Conscious, blushing for our race, Soon, too soon, your fears I trace, Man, your proud, usurping foe, Would be lord of all below: Plumes himself in freedom's pride, Tyrant stern to all beside. The eagle, from the cliffy brow, Marking you his prey below, In his breast no pity dwells, Strong necessity compels: But Man, to whom alone is giv'n A ray direct from pitying Heav'n, Glories in his heart humane And creatures for his pleasure slain! In these savage, liquid plains, Only known to wand'ring swains, Where the mossy riv'let strays, Far from human haunts and ways; All on Nature you depend, And life's poor season peaceful spend. Or, if man's superior might Dare invade your native right, On the lofty ether borne, Man with all his pow'rs you scorn; Swiftly seek, on clanging wings, Other lakes and other springs; And the foe you cannot brave, Scorn at least to be his slave.
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