L' INFANZIA DELLA SCRIVENTE ERRANTE.

Era stato un bel fine settimana con il mio papa'. Eravamo andati a Giaveno dai nonni. Probabilmente e' stata l'ultima volta che vidi mio nonno paterno, perche' mori poco dopo. (o era gia' morto da qualche mese). Era il 1990, avevo tre anni.

Ricordo che quando arrivammo gli adulti si misero subito a menarsi. Io entrai dentro il cancello a guardarli.

Improvvisamente mi venne in mente di esprimere un bisogno. Non dicevano tutti che quando mi scappava la pipi' o la cacca dovevo dirlo e mi avrebbero aiutato a farla nel posto giusto?

Mi decido. Lo dico. Una volta. Non sentono. Aumento la voce. Lo grido. Chiamo la mamma. Chiamo papa'.

Chiamo zia Laura. Chiamo nonno Mario.

NIENTE.

Sono troppo impegnati a menarsi per sentire me.

Sono adulti.

Loro hanno ragione, io ho torto.

Devo tenerla.

Ma ora ho paura.

Se resto da sola?

Chi mi pulira'?

Finalmente saliamo in casa, prendiamo l'ascensore. Entriamo dentro. Sto zitta.

Loro parlano ed io NON DEVO DISTURBARLI.

Loro sanno tutto, io non so niente. Io non sono abbastanza bella. Non sono abbastanza intelligente.

Finalmente mi rivolgono la parola. Mi chiede se non dovevo andare a fare la pipi.

Le rispondo. "Eh, ormai..."

Mi viene da ridere.

Solo a me. Sono ritornata visibile perche' mi devono pulire.