INONTRI CLANDESTINI - PRIMA PARTE -
Quello che sto per scrivere e’ un ricordo che torna ripetutamente alla memoria. Un ricordo di un incontro avvenuto alcuni anni fa, per strada. Ecco, alcuni avranno la conferma che non son completamente a posto, come faccio a ricordarmi le parole di una sconosciuta? Come faccio a credere che mi abbia detto la verita’ sulla sua vita, qualcosa di cosi intimo?
Io non lo so, forse auspico che sia stata tutta una messinscena perche’ sarebbe una trama perfetta per una serie TV sull’amore, e non solo.
Ringrazio per il momento te, sorella, perche’ dal tuo racconto son accadute nella mia vita altre cose che mi hanno fatto capire meglio quello che mi hai raccontato.
All’epoca rimasi a bocca aperta e senza parole. Successivamente la testa mi si riempi di domande che avrei potuto farti, anche se una sola avrei dovuto e volute farti: sei felice?
A questa domanda all’epoca non so come avrei potuto rispondere al tuo posto. Sono passati un po’ di anni, sono diventata madre anche io, come te, e forse l’unica risposta a tale domanda e’ solo una: ne vale la pena.
Ma cominciamo dall’inizio.
Era pomeriggio tardi, stavo tornando a casa dopo essere andata a un colloquio di lavoro. Sono passata di fronte all’ostello dove alloggiai per una settimana prima di trovare la mia prima casa in Scozia, la prima casa da lavoratrice full time, anche se son rimasta studentessa nell’anima e nel cuore.
Al semaforo di fronte a me vedo una donna che spinge un passeggino, e’ in difficolta’, provo a darle una mano. Lei alza lo sguardo, mi ringrazia, sono gentile.
Cominciamo a parlare, le chiedo i nomi dei bambini, me li dice, le chiedo l’eta’, anche. Mi dice che ne ha altri tre a casa. Mi congratulo con lei, non deve essere affatto facile accudirne cinque, di cui due cosi piccoli! Arriva un uomo, le passa una busta e se ne va. Mi comunica che lui e’ il padre, ma non di tutti.
Il mistero si infittisce.
Mi dice che lui e’ il padre solo di tre bambini, anche se lui sa di essere il padre di Quattro di loro.
Gli altri due sono figli di un altro uomo, che vive lontano, a Londra.
Mi guarda.
Lei ama l’uomo che vive a Londra, ma non e’ possibile stare insieme.
Lui non sa di essere il padre dei due bambini.
Le parole mi muoiono in gola, guardo i bambini che giocano tranquillamente tra di loro.
Ripenso a quell’uomo che ho incontrato di sfuggita, dove se ne sara’ andato?
Non puo’ essere vero, ho capito male io. Mi accorgo di essere quasi arrivata a casa, e che ho bisogno di riflettere. Mi auguro di non essere scortese con la signora, ma devo stare per conto mio. Auspico di incontrarla di nuovo, per aiutarla.
Ci salutiamo.
Il silenzio che ha accompagnato le mie riflessioni mi avvolge, provo a scrivere quello che ho ascoltato ma non ci riesco. La vita scorre, incontro degli uomini, sorrido loro, cominciamo a parlare. Ci scambiamo il numero di telefono, siamo amici oltre che colleghi.
Arriva il momento in cui uno di questi mi bacia. Ricordo ancora adesso quel bacio, e’ stato meraviglioso. Io gli stavo chiedendo di parlarmi di se, lui mi indica una panchina, poi mi guarda negli occhi, mi prende il volto e appoggia le sue labbra sulle mie. Rispondo al bacio. Sono contenta, sono felice, ma son anche spaventata. Non voglio che finisca cosi, voglio che continui, mi sto innamorando. Mi sono innamorata.
Dopo qualche settimana in cui ci baciamo e ci scriviamo regolarmente, finisce tutto. E’ stato un errore baciarmi. E’ stato un errore.
Il cuore rotto in quell’esatto momento, ma sorrido e vado avanti con la mia vita.
Incontro altre persone, provo ad andare avanti, ad innamorarmi ancora. C’e’ sempre quel bacio li in testa. E le parole, e i silenzi di quella donna.
Si puo’ amare due persone contemporaneamente?
Ed oggi scrivo queste emozioni perche’ prima o poi sviscerero’ le storie di queste persone, le mettero’ insieme e scrivero’ quella storia che e’ nel cassetto da molti anni.
Il titolo di questa storia? INCONTRI CLANDESTINI.
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