George Orwell - La Fattoria degli Animali -
Nel primo mese dei miei 36 anni, ho letto finalmente "La Fattoria degli Animali", di George Orwell, lo scrittore con cui condivido la data di nascita.
Confesso di non averla letta prima per la connotazione politica che diverse persone ne davano, non sentendomi abbastanza preparata ad affrontare le questioni politiche.
A trentasei anni, pero', dopo aver seguito un percorso accademico regolare, che non mi ha dato particolari risultati, e aver dato fiducia alle istituzioni italiane ed europee, provando a segnalare che cosa migliorare e non aver ricevuto alcuna risposta, mi sono decisa ad affrontare lettura: magari George Orwell mi avrebbe dato delle risposte piu' soddisfacenti dell'Agenzia Nazionale Giovani?
La favola di Orwell inizia con il fattore, Mr Jones, che chiude la fattoria ma e' troppo ubriaco per chiudere completamente la porta. E cosi, maiali e cani prendono gradatamente il potere, si danno delle leggi da rispettare e creano un inno da cantare. Tra tutti gli animali si distringue Boxer, un cavallo che, quando non capisce bene le direttive dei maiali, si dice tra se' che lui dovra' semplicemente lavorare di piu', per poi alla fine essere venduto e fare una brutta fine, ormai vecchio e inabile al lavoro. Ma non e' la morte a dover spaventare o fare innervosire, quanto il cambiamento repentino di chi decise che sarebbe dovuto essere lui il capo, e che come capo avesse dei privilegi e delle corsie preferenziali da percorrere per poter dormire meglio degli altri.
Non credo che, per quanto riguarda La Fattoria degli animali, l'aggettivo "soddisfacente" sia il piu' corretto: probabilmente per dei suggerimenti piu' concreti continuero' a rivolgermi al mio amato David Thoreau con "Disobbedienza civile" ma soprattutto "Walden". La fattoria degli animali mi ha ricordato che l'essere umano e' pericoloso, piu' di qualsiasi altro essere vivente presente sulla Terra. Le leggi che si sono date gli animali in seguito alla destituzione di Mr Jones mi ricordavano le leggi che seguono coloro che adottano uno stle di vita vegano, almeno all'inizio del romanzo.
E' stato detto da diversi lettori prestigiosi che La fattoria degli animali sia una critica al sistema dell' Unione Sovietica, e una critica ad esso. Vorrei tuttavia far notare che durante la Guerra Fredda l' Europa dell'Est sara stata insoddisfatta da un sistema che promuoveva il Bene Comune e la vita in Comunita' da preferire alla Proprieta' Privata, ma l'Europa Occidentale, dominata, e oserei dire ricattata, dall'America, ha visto perdere di vista la funzione pedagogica dei mass media per preferire il mero intrattenimento. Si e' passati, in particolare nel panorama televisivo italiano, da una televisione in cui Alberto Manzi insegnava a leggere e scrivere ai pensionati, che riuscivano a ritirare la pensione il primo del mese firmando con nome e cognome anziche' una x, a La Famiglia Benvenuti, dove vi e' un timido accenno alle proteste studentesche che cercavano di veicolare informazioni importanti sulla guerra civile in Biafra che stava uccidendo un intero popolo in modo crudele, al Lascia e Raddoppia e ai programmi dove gli uomini presentavano in giacca e cravatta e le (giovani) donne allietavano la scena, di anno in anno sempre piu' svestite. E' stata una lettura facile, in cui la tristezza per la fine dell'animale in cui mi riconosco maggiormente, ha avuto l'ha fatta da padrone.
Il pensiero che George Orwell abbia fatto coincidere la data della Ribellione con il 24 giugno, il giorno precedente il suo (nostro) compleanno, mi ha permesso di svolgere un parallelismo tra questo autore e me stessa, autrice del libro (Non e') un cumulo di foglie secche, dove una famiglia di animali - a noi del 25 giugno gli esseri umani piacciono poco - si racconta favole provenienti da paesi e continenti diversi, e quando un personaggio racconta avviene un amagia, che e' quella che avviene tutte le volte che ci prendiamo il tempo da dedicare alla lettura.
Spero di conservare, anche grazie al fatto di stare scrivendo questo libro per le mie figlie Chikaima Maitea e Chimamanda Lavinia, il mio ottimismo e la mia preferenza per il lieto fine, in cui i vari personaggi alla fine riescono a comprendersi reciprocamente, e si riesca ad andare oltre i confini e le barriere ideologiche. La mia personale preferenza ne "La Fattoria degli Animali" va al personaggio di Boxer, ed esorto tutti i giovani che stanno leggendo questa recensione a lavorare sodo comunque, nonostante questo mondo non dia alle loro conoscenze e abilita', come alle loro passioni abbastanza spazio. In fondo su questa Terra c'e' spazio per tutti, come affermato da Charlie Chaplin ne "Il dittatore". https://www.youtube.com/watch?v=6aXIjO4FP3s
Ne "A gathering of talese from a cosmopolitan family" i genitori non sono capi intransigenti da seguire senza fiatare, ma leader che insegnano seguendo uno stile di vita sano e seguono le stesse regole dei figli. Un vero leader si mette al fianco dell'ultimo e lavora con lui. E' questo il messaggio che vorrei lanciare alle mie figlie, ai bambini e ai giovani di tutto il mondo: cercate di fare un lavoro che vi piaccia fare e che sia utile alla societa', che consenta alle persone di essere felici, perche' la felicita' personale e della collettivita' e' l'unico fine ultimo dell'esistenza su questa terra.
Comments