Delusione di una persona cosmopolita che credeva nell'Unione Europea
Scrivo questo articolo con il cuore in mano, nella (remota) speranza che qualcuno legga davvero le mie parole e capisca le intenzioni che lo muovono. Fra meno di un mese ci saranno le elezioni europee, avevo gia' scelto a chi dare il mio voto, quando arriva una doccia fredda: come residente nel Regno Unito dovrei tornare in Italia per votare, con il dubbio del rimborso del viaggio. Sono una madre di due bambine di 4 e 5 anni, da qualche anno ho preferito essere single e non in una relazione che mi stava uccidendo a piccole dosi, in cui si pretendeva da me tanto ma si dava poco. E cosi, a malincuore, dovro' rinunciare al mio diritto di voto come cittadina europea. Dopo aver servito l'Europa per 7 mesi in Romania nel 2013, e dopo aver visto cestinato il frutto del duro lavoro di quei mesi, un altro schiaffo morale dal mio paese natio. Beninteso, sono ancora viva, non hanno sacrificato la mia vita e quella delle mie figlie come stanno facendo alcuni paesi nel mondo, ma mi stanno togliendo la possibilita' di decidere chi mandare in Europa a lavorare anche per me. E la paura che ci vadano persone con idee diametralmente opposte alle mie e' tanta, perche' gia' alla guida del mio paese ci sono persone che non rispecchiano cio' in cui credo. L'unica soluzione che mi trovo a dover adottare sia quella di Serafino Gubbio Operatore, e cioe' quella di osservare e scriverne, cercando di conservare l'ironia in una situazione personale e mondiale struggente.
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