PULCINELLA E L'OBIETTIVO ESISTENZIALE DI UNA SCRITTRICE ERRANTE
La mia città del mondo è la più bella; c’è il Vesuvio, Sorrento, il golfo, il mare… fan le chitarre la serenatella, i pescator si sentono cantare:
per me, quel che mi piace e mi fa gola son solo i “maccheroni a’ pommarola!”.
Pulcinella, sott’ ‘o pergulato, comme se dica a lengua malandrina miezo vevuto e tutto nnammurato abbocca ‘a cafattera a Culumbina.
Tu si’ nu franfellicco nzuccarato! Tu si’ na rosa ‘ e maggio senza spina! De sta cantina ‘a frasca m’ha chiammato e tu si’ ‘a cantenera ‘e sta cantina!
Io, tale e quale ‘o sguìzzaro mbriaco, vevenno sempre d’ ‘ a matina a’ sera, pe’ nun te lassà mai, nun me vaco!
E, surchianno ‘a cannòla, ‘e chist’ammore dice, cu nu suspiro, a’ cantenera: Nu’ cchiù, cannòla mia, ca Giorgio muore!…
Il tempo scorre, qualsiasi cosa tu stia facendo. Ho trascorso alcuni momenti nella serata di sabato sera guardando delle vecchie foto dei miei vent'anni, quando venni per la prima volta nel paese in cui oggi risiedo. Quasi sicuramente senza alcun merito, ho trascorso sei mesi della mia vita studiando in una prestigiosa universita', la University of Glasgow, e ricordo ancora cosa studiai all'epoca. Mi ritorna ancora in mente lo stupore di quando lessi per la prima volta In Love For Long o quando trovai in biblioteca alcuni lavori di Wole Soyinka. Credevo di aver trovato l'argomento della mia tesi di laurea, il mio biglietto da visita per entrare finalmente nel mondo del lavoro. Avrei voluto diventare, dopo gli studi universitari, a tutti gli effetti una scrittrice e raccontare cosi al mondo quanto meraviglioso siano le persone che creano arte. Arei voluto creare anche io qualcosa di bello, a vent'anni.
Avevo in mente, allora, che studiare letteratura significasse studiare la vera natura della terra, perche' in inglese la parola terra e' composta dalla parola art e dall'espressione di sbigottimento "eh", ma senza arte non vi e' la parola terra.
Stavo combattendo con le altre persone che non riuscivano a capire il valore dei miei studi, della mia assoluta dedizione per i libri. Primo, mio padre che cerco' di persuadermi, quando a 8 anni decisi che avrei fatto la scrittrice, che chiunque puo' scrivere un libro, cercava di farmi capire che non e' una professione lo scrittore.
Neanche il venditore di contratti luce e gas che suona alle vostre porte e' un mestiere, pero'. I curricula di quei ragazzi sono vuoti e inutili, come vuoti e inutili sono i loro cervelli e i loro cuori. Sono i giovani imprenditori che stanno mandando allo sfascio lo stivale nel quale ebbi la fortuna di nascere. Prendeteli pure a calci nel sedere quando, suonando il campanello, vi interromperanno il pranzo.
Mio padre, pero', aveva ragione. Lo scrittore non e' una professione con cui ti paghi le bollette. Il tempo per leggere un libro e il tempo per scrivere, dei libri che leggi e nuove storie create da te, lo puoi trovare anche lavorando per qualcun altro. Non e' necessario essere pagati per leggere bei libri e per scrivere la tua visione del mondo.
Sono consapevole di questo e di molto altro, a trent'anni.
Sono anche consapevole di quanto sia pericoloso per la societa' conoscere una sole storia per spiegare tutto: sia un posto, una cultura, un tempo storico. Vi ho detto che i ragazzi che vi suonano alla porta, formalmente, per cambiarvi il contratto di luce e gas, sono vuoti, ma non e' vero. Hanno qualcosa dentro di loro che brucia, un senso di ribellione e una voglia di cambiare la loro vita, di vivere all'altezza dei loro sogni. La favola preferita di alcuni di loro e' Pinocchio. E come Pinocchio, oltre a dipingere il loro modo di vivere come il paese dei balocchi, la loro "professione" come soddisfacente e utile alla societa', a loro cresce non il naso ma il conto in banca. Fra qualche anno si ritireranno in un'isola, con qualche donna interessata piu' ai loro soldi che al cuore, ma a loro stara' bene cosi, perche' non conoscendo cosi tante storie si accontenteranno di quello che avranno imparato dai campanelli suonati in giro per la citta', fedeli alla legge dell'homo homini lupus. Non sapranno tradurlo perche' non conoscono il latino, ma sara' l'unica legge che rispetteranno pedissequamente.
Chimamanda Ngozi Adichie mi ha raccontato del pericolo di una singola storia.
Chimamanda Ngozi Adichie e' una scrittrice contemporanea. Ho pagato per leggere i libri che ha scritto e che ora possiedo non solo nel mio cuore e nella mia mente, ma anche nel mio salotto.
Scrivere libri e' il suo lavoro. Ma non e' un lavoro. Prima di tutto, lei e' una lettrice. Lei lesse molti libri dal Regno Unito, dall'America. All'inizio, la sua fantasia era popolata cosi da persone con i capelli biondi e la pelle bianca, mentre lei viveva in Nigeria e come lei anche le persone che aveva attorno erano molto piu' scure di carnagione. A un certo punto della sua vita lei ci penso' su. Lei ha aperto i miei occhi, a trent'anni, raccontandomi attraverso dei video su internet prima ancora che dalle pagine dei suoi libri che conoscere il mondo attraverso una sola storia e' pericoloso. Potreste pensare che tutti sono amici. Anche quella ragazza alta, magra, indiscutibilmente molto bella che con un sorriso vi fa firmare un contratto di luce e gas. Potreste pensare che lei lo faccia per voi. Ma no, non lo fa per voi. Lo fa per lei, perche' ora che ha vent'anni, sfruttando il suo aspetto fisico, vuole diventare ricca, vuole continuare a buttare le posate nella spazzatura al posto di lavarle perche' lei puo'. Lei e' bella, lei puo' avere tutti gli uomini che vuole. Ma lei vuole quelli ricchi, quelli che le comprano vestiti firmati, quelli che la fanno viaggiare in prima classe in giro per il mondo, quelli che vogliono averla al loro fianco nei ristoranti di lusso. Questo vogliono le ventenni che suonano al vostro campanello con una cartellina sotto il braccio.
E' piu' semplice la vita in questo modo, lo so.
E' cosi semplice dire che gli italiani sono mafiosi, gli inglesi non sanno cucinare, i francesi sono altezzosi, i tedeschi nazisti. O che i ragazzi del porta a porta sono vuoti.
Ma non e' la verita'.
Attraverso la lettura, posso dirvi ora che il piccolo principe aveva come amico una volpe. Egli lascio' nel mio cuore che l'essenza di chiunque e di qualunque posto non e' possibile vederla con gli occhi, ma e' possibile conoscerla realmente solo attraverso la fantasia. O solo con il cuore.
Posso dirvi quanto sia importante ascoltare le persone, guardandole negli occhi, come la piccola Momo dai folti ricci neri fece nel romanzo tedesco di Michael Ende.
Ho la possibilita' di raccontarvi quanto sia immenso l'amore di un padre per suo figlio, anche quando preferisce smettere di studiare per seguire un gatto e una volpe nel paese dei balocchi.
Prima di tutto, io leggo.
In inglese, in italiano, in rumeno, in francese. Io leggo non solo per me, ma per tutti voi.
Per Chikaima Maitea, che non puo' ancora leggere perche' e' su questo mondo solo da due mesi. Per conoscere meglio l'uomo che mi ama e che amo in modo spropositato. Io scrivo per lasciare una traccia in questo mondo di tutto cio' che leggo, di tutto cio' che incontro. Per lasciare un ricordo del mio amore verso la mia famiglia, i miei amici. Io scrivo per dire al mondo che ogni singolo incontro che facciamo nella nostra vita e' importante e che possiamo imparare da ognuno di essi qualcosa del mondo in cui viviamo, qualcosa di noi stessi.
Non voglio vivere una vita segreta. Voglio ammettere i miei errori, voglio che le persone conoscano cio' in cui credo, i miei obiettivi.
Un segreto e' qualcosa di nascosto. I poliziotti hanno nascosto per nove anni le violenze inflitte a un ragazzo che in passato si drogava ma che non ha mai perso l'amore dei genitori e della sorella maggiore. Ci si nasconde dalle persone che ti impediscono di raggiungere i tuoi obiettivi, anche se queste persone cercano solo di insegnarti che la vita e' sacrificio e che le strade facili non sono quasi mai corrette. Ci si nasconde quando si preferisce pensare che una bella ragazza deve cercarsi un uomo con i soldi perche' e' l'unica soluzione che una donna ha per vivere bene e che quindi sia piu' importante vestirsi bene e avere una quinta di reggiseno piuttosto che leggere 100 libri in un anno.
La missione che mi sento di portarmi sulle spalle e' quella di svelare al mondo ogni mistero trasformandolo nel “segreto di Pulcinella”. Non sono uno scienziato, o un teologo. non posso dirvi qual e' la religione vera e quale quella falsa, ne' perche' e' stato creato il mondo, o il vero nome di Dio, il proposito dell'universo.
Io sono una scrittrice. Io sono una lettrice. Posso dirvi che ogni singolo incontro della mia vita e' stato importante. Sono ancora viva sebbene abbia visitato Napoli. Per me “Vedi Napoli e poi muori” non vale. Non so quando moriro', ne come. Ma so come voglio vivere.
Voglio parlare al mondo attraverso le pagine dei libri. Voglio raccontare il mondo mediante gli incontri che ho fatto e che faro'. Incontro persone sia lungo la strada che attraverso la lettura. Sono stata, come Momo, a contatto con gli uomini grigi, che rubano il tempo alle altre persone per vivere bene loro. Ho conosciuto una ragazza che, anziche' concentrarsi sugli esami all'universita', andava a lavorare in un ufficio come segretaria per comprarsi i vestiti firmati e andare nei ristoranti di classe con il suo fidanzato perche' con la laurea ti pulisci il culo, con i soldi no.
Leggere mi ha dato l'opportunita' di incontrare persone che hanno vissuto prima di me. Vi ho fatto ridere per aver letto e amato le poesie di Kavafis che voi ancora oggi continuate ad ignorare. Voglio far ridere il mondo con il personaggio di Napoli chiamato Pulcinella.
Voglio far divertire il mio mondo. Il mio mondo e' Chikaima Maitea. Il mio mondo e' l'amore.
Io voglio fare l'amore.
A trent'anni, io so che non importa quale sia il lavoro che ti fa sopravvivere.
A trent'anni, ho imparato che la cosa piu' importante e' l' amore per le persone attorno a te che riempiono questo mondo.
A trent'anni, ho imparato che la vita e' amore e che l'amore e' sorridere. E' di vitale importanza sorridere ogni singolo giorno di questa vita, cominciando dall'inizio dell'anno, durante il carnevale. Facciamolo, allora!
Carnevale in filastrocca, con la maschera sulla bocca, con la maschera sugli occhi, con le toppe sui ginocchi: sono le toppe d’Arlecchino, vestito di carta, poverino. Pulcinella è grosso e bianco, e Pierrot fa il saltimbanco. Pantalon dei Bisognosi “Colombina,” dice, “mi sposi?” Gianduja lecca un cioccolatino e non ne da niente a Meneghino, mentre Gioppino col suo randello mena botte a Stenterello. Per fortuna il dottor Balanzone gli fa una bella medicazione, poi lo consola: “È Carnevale, e ogni scherzo per oggi vale.”